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Nuova Programmazione

Programmazione 2007-2013

La proposta legislativa della Commissione si articola su cinque Regolamenti (due del Consiglio e tre del Parlamento Europeo e del Consiglio) di cui tre riguardano le modalità di funzionamento dei Fondi coinvolti (FESR, FSE, Fondo di Coesione), uno è il Regolamento generale del Consiglio che dovrà sostituire il Regolamento 1260/99 e che stabilisce le disposizioni comuni per le tre fonti di finanziamento delle azioni strutturali nel periodo 2007-2013, e l'ultimo costituirà la base giuridica per l'utilizzo di un nuovo strumento per la cooperazione territoriale a disposizione delle organizzazioni regionali e locali.
Questa nuova architettura normativa si caratterizza anzitutto per un forte approccio strategico: è previsto, infatti, un triplice livello di programmazione. Sarà il Consiglio che fisserà gli orientamenti strategici della coesione economica sociale e territoriale all'interno di un quadro di intervento dei Fondi. Ciascuno Stato Membro tradurrà gli Orientamenti comunitari in un Quadro di Riferimento Strategico Nazionale sulla base del quale saranno predisposti Programmi Operativi regionali e tematici. In secondo luogo la maggior parte delle risorse vengono indirizzate sull'obiettivo "Convergenza", ma esiste anche una concentrazione tematica sulle priorità delle Agende di Lisbona (competitività) e Goeteborg (sviluppo sostenibile).
Molta attenzione viene data al principio di semplificazione:
  • il cofinanziamento della politica di coesione è affidato a tre Fondi anzichè sei come prima, con le stesse regole di gestione per il Fondo di coesione,
  • gestione a livello di assi e non più di misura,
  • abbandono della politica di fissazione di regole accentrate per l'ammissibilità della spesa in favore della legislazione nazionale,
  • presenza di un solo documento di programmazione e monofondo (Programma Operativo) a livello gestionale,
  • infine la gestione finanziaria e il controllo saranno più efficienti con maggior distinzione tra i livelli di responsabilità della Commissione e degli Stati membri.

I nuovi Obiettivi

La proposta di Regolamento generale si concentra sul raggiungimento di tre nuovi obiettivi, che sono: CONVERGENZA è sostanzialmente la continuazione dell'attuale ob. 1 e riguarda le aree meno sviluppate. Costituirà la priorità principale della politica di coesione mirante a ridurre le disparità tra i livelli di sviluppo ancora più crescenti dopo l'allargamento a 25. In tale contesto la politica di coesione è finalizzata a promuovere le condizioni per la crescita e i fattori che possono portare ad una reale convergenza. E' un obiettivo che interesserà principalmente la maggior parte dei nuovi Stati membri in cui si presentano divari di sviluppo notevoli.
COMPETITIVITA' REGIONALE E OCCUPAZIONE: riassumerà gli attuali obiettivi 2 e 3 secondo una impostazione totalmente innovativa: ci sono importanti sfide da affrontare anche al di fuori delle aree meno sviluppate. Queste sfide (comuni a tutti gli Stati Membri dell'Unione) riguardano i rapidi cambiamenti sociali ed economici, l'invecchiamento della popolazione, la crescita dei flussi migratori, la mancanza di lavoro in alcuni settori chiave ed i problemi di inclusione sociale. L'approccio ora è duplice: da un lato attraverso programmi di sviluppo regionale a cofinanziamento FESR la politica di coesione aiuterà le autorità pubbliche locali ad anticipare e promuovere i cambiamenti economici nelle aree urbane rurali e industriali rafforzandone la competitività e l'attrattività date le differenze economiche sociali e territoriali. Ciò sarà fatto sostenendo l'innovazione, la Società della Conoscenza, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente e la prevenzione dei rischi. Attraverso programmi finanziati dal FSE la politica di coesione aiuterà le popolazioni ad anticipare e ad adeguarsi al cambiamento economico sostenendo politiche che mirano alla piena occupazione, all'inclusione sociale ecc.
COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA Il terzo obiettivo che subentrerà alle attuali Iniziative Comunitarie INTERREG, mira a dare risposte congiunte a problemi comuni tra autorità di aree confinanti come lo sviluppo urbano rurale e costiero e lo sviluppo di relazioni economiche e di reti. Si tratta di un nuovo obiettivo rivolto a sostenere la cooperazione su problemi di importanza comunitaria a livello transfrontaliero, transnazionale ed interregionale. L'ambito della cooperazione territoriale non si limita tuttavia alla identificazione di un nuovo obiettivo per la politica di coesione: la Commissione chiede che siano incorporati all'interno dei programmi operativi di "convergenza e competitività" delle Regioni, azioni nel campo della cooperazione interregionale con Autorità di almeno un altro Stato Membro. Dopo che il Parlamento europeo ed il Consiglio avranno approvato i nuovi Regolamenti, nei tre mesi successivi il Consiglio adotterà gli "Orientamenti strategici della Comunità per la Coesione". Su tale base gli Stati Membri definiranno i "Quadri Strategici Nazionali" (QSN) propedeutici alla nuova generazione di "Programmi Operativi". La nuova architettura prevista dalle bozze dei Regolamenti in discussione al Consiglio e al Parlamento di Strasburgo, vede quindi la scomparsa dei Documenti Unici di Programmazione (DOCUP) e dei Complementi di Programmazione stabilendo un approccio più strategico. In particolare il "Quadro Strategico Nazionale" seguendo le priorità della Commissione a livello europeo fissate negli Orientamenti strategici, descriverà in modo sintetico la strategia dello Stato membro e i principali interventi che ne derivano, e costituirà il quadro programmatico per l'elaborazione dei Programmi Operativi regionali o settoriali.

Gruppo di Contatto

Il dibattito sulla proposta di nuovi regolamenti è stato affidato, a livello nazionale, al "Gruppo di Contatto Stato-Regioni sulla politica di coesione post 2006" (GdC). Il GdC è stato infatti costituito per promuovere una cooperazione interistituzionale tra Stato (Dipartimento Politiche Strutturali del MEF, MAE, Ministero Politiche Agricole e Forestali, Dipartimento Funzione Pubblica presso DPCM, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ecc.) e le Regioni (rappresentanza dell'Area Affari Comunitari e Internazionali della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome coordinata dalla Regione Sicilia).
In particolare le attività del GdC hanno portato alla predisposizione delle "Linee guida per l'elaborazione del Quadro Strategico Nazionale per la politica di coesione 2007-2013", per le quali è stata acquisita l'intesa (ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131) nel corso della Conferenza unificata Stato-Regioni del 3 febbraio scorso in vista della successiva approvazione in sede CIPE.
Le "Linee guida" istruite dal Gruppo di Contatto suggeriscono, tra l'altro, delle indicazioni sul percorso da seguire per la elaborazione del Quadro strategico nazionale (QSN), percorso articolato in tre fasi: 1) estrapolazione e visione strategica 2) confronto strategico Centro-Regioni 3) stesura del QSN. Le "Linee Guida" prevedono la preparazione da parte di ogni Regione di un Documento Strategico Regionale nel quale vengano descritte e motivate le priorità regionali in relazione ad alcuni profili strategici come ad esempio le priorità di intervento e gli obiettivi di competitività. Tali Documenti redatti dalle Amministrazioni Centrali e dalle Regioni costituiranno, assieme agli Orientamenti strategici comunitari approvati dal Consiglio, la base per il confronto Stato-Regioni, la cui sintesi (fase 3) consentirà la stesura del QSN che a sua volta sarà attuato dai singoli Programmi Operativi regionali o settoriali.

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