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Conciliare Si Può - Politiche ed Interventi

Politiche ed interventi della Regione Abruzzo in tema di conciliazione vita lavoro

La Regione Abruzzo ha attivato, nel periodo 2003-2007, una serie di iniziative collegate alle politiche dei tempi; ha approvato norme positive sui diritti dei cittadini, ha distribuito incentivi agli Enti locali per il governo degli orari, finalizzando a questo scopo una quota dei finanziamenti europei e nazionali.
Con la LR 40/2005 Politiche regionali per il coordinamento e l'amministrazione dei tempi delle città la Regione Abruzzo si è dotata di uno strumento legislativo idoneo a promuovere e coordinare le iniziative in materia di organizzazione temporale gestite dagli Enti locali. La Regione oltre a fornire supporto agli Enti locali incentiva tutte quelle formazioni economiche e sociali che intendono migliorare la qualità del lavoro e della convivenza sociale.
Gli aspetti più significativi della Legge 40 sono:
  • riconoscimento del tempo come diritto fondamentale della persona, autogoverno del tempo di vita personale e sociale, diritto che va sostanziato mediante maggiore fruibilità dei servizi e nuove forme di organizzazione dei tempi di lavoro;
  • creazione di una Struttura organizzativa regionale con compiti di coordinamento e di valutazione dei progetti presentati, affiancata da un Comitato di esperte/i;
  • istituzione dell'Osservatorio regionale sui tempi;
  • sostegno economico ai Comuni singoli o associati e alle Province per predisporre e attuare Piani territoriali degli orari. Al fine di sostenere iniziative concrete e non semplicemente progetti o studi, come purtroppo è accaduto in molte Regioni, il 50% del contributo viene erogato solo al momento dell'adozione del Piano e il rimanente al momento della rendicontazione. Si intende sostenere realmente i Comuni in quanto il finanziamento regionale copre fino all'80% del costo;
  • contributi ad imprese private, studi professionali, società che attuino una diversa organizzazione del lavoro a favore della flessibilità, comprese forme innovative quali la "Banca delle ore";
  • contributi a Comuni e associazioni per realizzare le Banche del Tempo, quale forma avanzata di socialità e di sostegno alla conciliazione soprattutto per le donne.
Ha realizzato nel 2006, nell'ambito del POR Abruzzo Ob. 3 2000/2006, tramite affidamento all'Ente Strumentale Regionale Abruzzo Lavoro, il Progetto "Conciliazione" con obiettivo principale di individuare, attraverso un'analisi sul territorio regionale, strategie per realizzare forme e strumenti che comportassero il passaggio da una conciliazione "individuale" ad una conciliazione "di sistema".
Ha stanziato, nel Piano 2006 per l'occupazione, fondi per il finanziamento a progetti di imprese private e a partecipazione o a capitale pubblico, aventi sede operativa nella Regione Abruzzo, finalizzati ad attivare strumenti di conciliazione o sperimentare forme di riorganizzazione aziendale in termini di flessibilità al fine di soddisfare le necessità familiari dei propri dipendenti.
Sempre in tema di conciliazione, nella regione sono state attivate alcune iniziative con fondi comunitari:
  • Progetto Equal "Spazi e tempo nel lavoro" della Provincia di Pescara, per la rimodulazione dei tempi di vita e di lavoro, attraverso l'attivazione di un "Osservatorio del Tempo";
  • Progetto Equal "Donne nuove opportunità" della Provincia di Chieti, per la conciliazione tra vita lavorativa e familiare di persone disabili;
  • Progetto Equal "Help Donna" del Comune di Navelli, per la creazione di una rete a supporto delle lavoratrici che hanno in carico le persone anziane non autosufficienti.
In particolare il progetto Equal di cui è stata capofila la Provincia di Pescara e partner il Comune di Pescara e l'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), ha raggiunto l'obiettivo generale di modellizzare un intervento per la conciliazione dei tempi di cura familiare e di lavoro femminile, basato sulla concertazione tra i soggetti pubblici/privati: pubbliche amministrazioni, parti sociali, imprese, terzo settore, aziende di servizi pubblici, enti di formazione. Tale modello si propone di rimodulare il lavoro di cura familiare e il lavoro delle donne per il mercato, mediante la riorganizzazione degli orari urbani, legati all'uso dei servizi di pubblica utilità e il collegamento con gli strumenti della pianificazione del territorio e della programmazione socioeconomica provinciale.