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Cooperazione Territoriale Europea

Solidarietà e coesione

La politica regionale rappresenta uno strumento di solidarietà finanziaria e una potente forza di coesione e integrazione economica. La solidarietà intende portare vantaggi concreti ai cittadini e alle regioni meno favorite, mentre la coesione risponde al principio che la riduzione dei divari di reddito e di benessere esistenti tra le regioni europee giova a tutti.
La distribuzione della ricchezza non è omogenea né fra Stati membri, né all'interno degli stessi. Le regioni più ricche in termini di PIL pro capite (misura standard del benessere) sono tutte aree urbane: Londra, Bruxelles e Amburgo. Il paese più ricco, ovvero il Lussemburgo, lo è sette volte di più della Romania e della Bulgaria, i due paesi più poveri che hanno da poco fatto il loro ingresso nell'UE.
Gli impulsi dinamici derivanti dall'adesione all'UE, con il sostegno di una politica regionale vigorosa e mirata, possono effettivamente produrre risultati. Particolarmente incoraggiante è il caso dell'Irlanda: se nel 1973, anno dell'adesione del paese all'UE, il suo PIL era pari al 64% della media UE, oggi è uno dei più elevati dell'Unione. Una delle priorità della politica regionale consiste nel ravvicinare quanto prima alla media europea i tenori di vita dei paesi che sono entrati a far parte dell'UE dal 2004 in poi.

Le cause delle disparità

Le disparità regionali hanno cause diverse. Possono dipendere da persistenti svantaggi imputabili alla lontananza geografica o da cambiamenti socio-economici più recenti, o ancora da una combinazione di questi fattori. Le situazioni di svantaggio si traducono spesso nell'arretratezza sociale, in sistemi scolastici di qualità scadente, in un più alto tasso di disoccupazione e nell'inadeguatezza delle infrastrutture. Per quanto riguarda alcuni paesi dell'UE, queste disparità sono in parte dovute all'eredità lasciata dalle precedenti economie centralizzate.

Il prezzo del successo

La politica regionale investe nelle persone.
L'UE ha colto l'occasione dell'adesione dei paesi dell'Europa centrale ed orientale per riorganizzare e ristrutturare i propri finanziamenti regionali. Nel periodo 2007-2013 ammonteranno al 36% del bilancio dell'UE, pari a quasi 350 miliardi di euro, per concentrarsi su tre obiettivi prioritari: convergenza, competitività e cooperazione, ora raggruppati nella cosiddetta "politica di coesione".
L'attenzione principale viene rivolta ai nuovi Stati membri, nonché alle regioni di altri paesi dell'UE con esigenze specifiche. I 12 paesi che hanno aderito all'UE dal 2004 in poi, pur rappresentando meno del 25% della popolazione europea, riceveranno il 51% dei finanziamenti regionali tra il 2007 e il 2013.
I finanziamenti provengono, in base al tipo di assistenza e di beneficiario, da tre diverse fonti:
  • il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che finanzia programmi aventi per oggetto le infrastrutture generali, l'innovazione e gli investimenti. I fondi erogati dal FESR sono destinati alle regioni più povere di tutti gli Stati membri;
  • il Fondo sociale europeo (FSE), che finanzia progetti di formazione professionale e altri tipi di programmi a favore dell'occupazione e della creazione di posti di lavoro. Al pari del FESR, anche l'FSE è destinato a tutti gli Stati membri;
  • il Fondo di coesione, che finanzia infrastrutture ambientali e di trasporto e progetti di sviluppo delle energie rinnovabili. I finanziamenti sono limitati agli Stati membri con un tenore di vita inferiore al 90% della media dell'UE. I beneficiari sono quindi attualmente i 12 nuovi Stati membri, più il Portogallo e la Grecia. La Spagna, che ha beneficiato in passato degli interventi del Fondo di coesione, ne sarà invece progressivamente esclusa.

Come vengono spesi i fondi

La maggior parte dei finanziamenti regionali viene riservata alle regioni con un PIL inferiore al 75% della media dell'Unione europea, per aiutarle a migliorare le rispettive infrastrutture e sviluppare le loro potenzialità economiche e umane. Ne sono interessati 17 dei 27 paesi dell'UE. D'altro canto, tutti gli Stati membri possono richiedere finanziamenti per promuovere l'innovazione e la ricerca, lo sviluppo sostenibile e la formazione professionale nelle rispettive regioni meno sviluppate. Una quota limitata è destinata a progetti di cooperazione transnazionale ed interregionale.

Creazione di crescita ed occupazione

L'obiettivo consiste nel far confluire la politica regionale nella cosiddetta agenda di Lisbona, per promuovere la crescita e l'occupazione attraverso le seguenti iniziative:
  • consentire ai paesi e alle regioni di attrarre maggiori investimenti, migliorando l'accessibilità, offrendo servizi di qualità e salvaguardando le potenzialità offerte dall'ambiente;
  • promuovere l'innovazione, l'imprenditoria e l'economia basata sulle conoscenze attraverso lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
creare posti di lavoro migliori e più numerosi attirando più persone nel mondo del lavoro, migliorando la capacità di adattamento dei lavoratori e aumentando gli investimenti nel capitale umano.
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