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Ambiente: Regione e Wwf insieme a tutela dell'orso bruno marsicano

(REGFLASH) Pescara, 10 dic. - La Regione farà tutto quanto di sua competenza per collaborare con il Wwf in tutte le iniziative dell'associazione in difesa dell'orso bruno marsicano.

Lo ha ribadito questa mattina a Pescara il sottosegretario alla presidenza della giunta, Mario Mazzocca, nel corso di un incontro con Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia, e Luciano Di Tizio, delegato del Wwf Abruzzo.

I rappresentanti dell'associazione ambientalista hanno illustrato a Mazzocca le più recenti iniziative in difesa del plantigrado, dopo che il 15 novembre scorso una mamma e i suoi due cuccioli sono stati trovati annegati in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana nel territorio del Comune di Villavallelonga, nella zona di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

Sulla vicenda, lo scorso 5 dicembre il Wwf ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano e dalla ricostruzione effettuata emerge come sia le istituzioni che i privati indicati come proprietari della vasca fossero a conoscenza della situazione di pericolo.

"Nell’invaso - scrive il Wwf - del resto già nel 2010 erano morti altri due orsi per il medesimo motivo. Dopo quel primo tragico episodio solo nel 2012 era stato posizionato un recinto a protezione della vasca. Con il tempo questo recinto ha però ceduto; a fine agosto 2018 l’associazione Salviamo l’Orso aveva informato l’Ente Parco della situazione di rinnovato pericolo; il 4 ottobre l’Ente aveva richiesto ai soggetti indicati come proprietari dell’area di intervenire con una messa in sicurezza che però non è stata effettuata fino al tragico epilogo di metà novembre. Solo il 16 novembre, il giorno dopo il ritrovamento degli orsi morti, il Comune di Villavallelonga con un’apposita ordinanza ha intimato ai proprietari di intervenire".

Per quanto riguarda la messa in sicurezza della vasca, è stato effettuato un primo intervento in emergenza: i guardia-parco hanno posizionato un recinto elettrificato e svuotato la vasca, ma tale protezione non è definitiva né sufficiente, specialmente in vista delle nevicate invernali che possono danneggiare la recinzione e mettere fuori uso i pannelli solari di alimentazione. A seguito della prima messa in sicurezza, l’Ente Parco ha rapidamente autorizzato un progetto per la chiusura dell’invaso con pietre.  I lavori previsti per la messa in sicurezza sono da poco iniziati, bisogna ora procedere con celerità prima del peggioramento meteo invernale che potrebbe rendere ancora più difficili le operazioni.

Questa mattina è partita una nota del Wwf Italia a tutte le prefetture nei cui territori di competenza ricade l’areale dell’Orso bruno marsicano (L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo, Roma, Rieti, Frosinone, Isernia, Macerata, Ascoli Piceno, Perugia), ai Parchi Nazionali d’Abruzzo Lazio e Molise e della Majella, ai Parchi regionali dei Monti Simbruini e del Sirente-Velino, alle Riserve Naturali Regionali delle Gole del Sagittario, del Monte Genzana e Alto Gizio, di Zompo lo Schioppo, del Lago di San Domenico e Lago Pio, all’Autorità di gestione del PATOM, alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Nella lettera, ricordando quanto è avvenuto il 15 novembre scorso, si chiede se gli enti siano a conoscenza di ulteriori situazioni simili a quelle che hanno determinato la morte di 5 orsi nella vasca di Villavallelonga e se è stato quindi predisposto un elenco di tutte le realtà potenzialmente pericolose presenti nell’areale dell’Orso al fine di predisporre i necessari interventi e i successivi monitoraggi. Come dimostrano proprio i tragici episodi soprarichiamati, tale attività non può essere condotta esclusivamente nel e dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise poiché l’areale dell’Orso non coincide con il territorio di questo Parco, ma riguarda anche ampie zone solo in parte ricomprese in altre aree naturali protette.

Il Wwf, poi, è tornato a chiedere la convocazione degli Stati generali dell’Orso che, ai massimi livelli istituzionali, fissino una road map di interventi a breve, medio e lungo termine per assicurare la conservazione dell’Orso nell’Appennino centrale.

Il lavoro effettuato all’interno del Patom ha indicato gli interventi da operare e le strategie da seguire, ma è necessario dare loro concretezza. Gli Enti che incidono sull’areale dell’Orso devono mettere al primo posto la salvaguardia di questo animale quando pianificano gli interventi che possono avere, anche solo potenzialmente, effetti sulla specie. (REGFLASH) US 181210